lunedì 19 marzo 2018

Newton, il primo degli scienziati o l'ultimo grande mago dell'Occidente

Newton, l'ultimo dei maghi..
il 20 marzo 1727 (secondo il calendario giuliano, allora vigente in Inghilterra)moriva Isaac Newton, uno dei padri della scienza moderna, ma anche un grande alchimista.
Isaac Newton non lasciò alcun testamento né eredi diretti. Oltre ai beni, alla biblioteca e a un certo numero di strumenti scientifici, l’inventario stilato dai curatori segnalava un’enorme quantità di fogli manoscritti, difficilmente classificabili. Alcuni contenevano annotazioni scientifiche di vario genere, altri trattavano di alchimia, cronologia, teologia, storia della Chiesa...
Migliaia di fogli documentano infatti la lettura, la trascrizione e il commento minuzioso di vari testi alchemici. Le pagine più controverse sono però quelle di carattere teologico. Newton credeva in Dio, ma nel 1667 aveva insistito per farsi esentare, con apposita dispensa regia, dal prendere gli ordini religiosi in seno alla Chiesa anglicana, come veniva richiesto a ogni membro dell’Università di Cambridge; e in punto di morte, alla presenza di due sole persone (che tennero accuratamente nascosta la notizia), rifiutò i sacramenti...
Egli riteneva che nella disputa che aveva segnato la storia della Chiesa durante il IV secolo fosse stata perpetrata, da parte di Atanasio e dei suoi seguaci, una gigantesca frode: il testo sacro sarebbe stato alterato in molti punti allo scopo di affermare la dottrina del Trinitarismo. Fellow (paradossalmente, viene quasi da dire) del Trinity College, uno dei più prestigiosi dell’Università, Newton si era convinto che la dottrina della Trinità — divenuta dogma, secondo cattolici e anglicani, con il Concilio di Nicea del 325 — fosse stata «inventata » e imposta ai cristiani all’epoca della trionfale vittoria su Ario e sugli «eretici» Ariani...
Adorare Cristo come Dio costituiva, per Newton, una manifestazione di idolatria: mediatore fra l’uomo e Dio, Cristo non è consustanziale al Padre. Se «non si devono ammettere più cause delle cose naturali di quelle che bastano a spiegare i loro fenomeni», come si legge nei Principia, allo stesso modo, per Newton, Dio non va moltiplicato praeter necessitatem....

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