giovedì 7 dicembre 2017

LA LEGGENDA MAGICA DI MICHELE SCOTO

Di Andrea de Pascalis





Tra le opere conosciute di Michele Scoto nessuna ha come argomento specifico la magia. Tuttavia — come riferisce L. Thorndike in History of Magie and Experimental Science — nei suoi libri il filosofo si sofferma più volte sulla materia. Sorprendentemente, nonostante la fama di mago attribuitagli dai posteri, in tali scritti Scoto esprime un atteggiamento di condanna nei confronti di magia e di necromanzia, anche se spesso indulge a narrare storie di maghi e necromanti e mostra di avere una grande familiarità con i testi magici. Egli definisce «necromanzia» un'arte oscura praticata più di notte che di giorno. I responsi dei necromanti sono suggeriti dai demoni; l'arte magica distrugge la religione e corrompe la morale. Il mago è un imbroglione e un malvagio, ma è anche un individuo capace di scrutare nei segreti della natura e di predire il futuro. Avvalendosi di arte diabolica, lo stregone è in grado di effettuare incantesimi e «legature», di interpretare sogni, di suscitare illusioni.

Scoto elenca ventotto diversi metodi di divinazione e crede che siano tutti veri: gli auspici tratti dal volo degli uccelli,l'interpretazione dei sogni, la divinazione a mezzo dei tuoni, l'idromanzia, la manzia attraverso l'osservazione delle comete, delle stelle cadenti e delle forme delle nuvole. Tutti questi metodi — egli spiega — sono proibiti, infami e malvagi, contrari alla fede cristiana, ma nondimeno sono veri «come le meraviglie di Simon Mago».
Scoto più di qualche volta attribuisce un carattere sperimentale alla scienza magica. Altrove stabilisce che, poiché i demoni sono naturalmente avidi di sangue, specialmente umano, quando necromanti e maghi desiderano eseguire esperimenti, spesso mischiano acqua con vero sangue o usano vino che hanno «esorcizzato» in modo da farlo apparire sangue.


Nel Liber physionomiae Scoto parla dell'interpretazione dei sogni, affermando che per poter operare correttamente bisogna prendere in considerazione diversi elementi: l'età del sognatore, la fase lunare del momento in cui è avvenuto il sogno, lo stato di digestione del sognatore. A quest'ultimo proposito Scoto stabilisce che un sogno avuto prima che si sia avviato il processo di digestione non ha significato o riguarda il passato; il sogno ottenuto mentre si è nella fase di digestione riguarda il presente; il sogno ottenuto a digestione completata riguarda il futuro. Una volta fatto il sogno, per poterlo rievocare al mattino Scoto raccomanda di dormire per il resto della notte sull'altro lato del corpo o di frizionarsi il retro della testa il giorno seguente.

Andrea de Pascalis – da Abstracta n° 14 (Stile Regina Editrice - aprile 1987)

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La leggenda magica di Michele Scoto è esposta minuziosamente in un capitolo di Miti, leggende e superstizioni del Medioevo di Arturo Graf, a cui vi rimando.
https://forum.termometropolitico.it/382272-michele-scoto-il-merlino-di-sicilia.html

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