mercoledì 25 ottobre 2017

La Grande Moschea di Damasco sorta sopra il tempio dedicato a Giove


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La città romana di Damasco era divisa a scacchiera da ampie vie a colonnati, che si tagliavano ad angolo retto;. Lungo questa strada sul lato meridionale s'innalzavano un teatro e l'Odeon, sulla parte settentrionale la fortezza romana, il santuario di Giove Damasceno. Il tempio era dedicato al dio Hadad (identificato con Zeus, poi con Giove) e alla sua paredra Atargati. La decorazione era romana, ma la pianta completamente orientale. Un primo recinto rettangolare, circondato da portici e da bazar, racchiudeva un piazzale di 380 m. per 310, e un secondo recinto conteneva l'altare dei sacrifici e la cella; questo peribolo del tempio, lungo 156 m. e largo 97, che godeva del diritto d'asilo, forma ancora adesso il recinto della moschea degli Ommiadi, ovvero la Grande Moschea di Damasco. 
Sotto Teodosio I (379-395) i cristiani occuparono il tempio e nel sec. V lo ridussero probabilmente ad ampia basilica dedicata al Battista, perché secondo la tradizione vi si conservava il suo capo. Il califfo al-Walīd I, al principio del sec. VIII, diede all'edificio l'aspetto attuale (v. appresso). Della stessa epoca erano i musaici che rivestivano le pareti e rappresentavano, come quelli della moschea d'Omar a Gerusalemme, fogliami e giardini sparsi di abitazioni reali o di chioschi fantastici: nel 1928 se ne sono ritrovati cinquecento metri quadrati. Sono opera certamente di musaicisti bizantini.

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