giovedì 24 agosto 2017

Pietro Buscaroli



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Per lui «il fascismo è stato una delusione totale». Si ritenne sempre «un superstite della Repubblica Sociale Italiana, in territorio nemico».
Non è roba per moderati, Buscaroli. Tende all’Assoluto. La sua cultura, le sue passioni profonde, spaziavano dall’arte figurativa alla musica, dalla storia al giornalismo. Il suo metro fu la grandezza e l’Oceano del mondo l’unico mare navigabile. Fu un uomo capace di odi profondi come di amori smisurati, tutto volontà e carattere, rigore e competenza. Buscaroli odiò molto. E fu grande. Camillo Langone lo ha ribattezzato Piero il Terribile. Ma noi lo riconosciamo solo come Piero il Grande, ultimo discendente diretto di una grande dinastia. Lui è l’ultimo Re del giornalismo italiano. Lunga vita a Piero Buscaroli. Lunga vita al Re! Perché Buscaroli non è morto. Chi ha seminato nello spirito non muore nella carne.
Piero Buscaroli (Imola, 21 agosto 1930 – Bologna, 15 febbraio 2016) è stato un giornalista, critico musicale e musicologo italiano
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mercoledì 23 agosto 2017

Oggi cade una delle aperture rituali del mundus

Honos et Virtus
8 ore fa
Accadde oggi:
- il 24 agosto a Roma "Mundus patet", si apriva il "Mundus".
A ricordare questa particolare celebrazione è Festo (144 L.):
"Il Mundus, come dice Ateio Capitone nel sesto libro dei Libri Pontificali, viene aperto tre volte all'anno in questi giorni: il giorno dopo i Volcanalia [24 agosto], il 5 ottobre e l'8 novembre. Catone nei Commentarii iuris civilis riporta: "Al Mundus è stato imposto il nome dal mondo che sta sopra di noi; infatti la sua forma, come ho potuto sapere da quelli che vi sono entrati, è simile a quella."
Il Mundus era un edificio o una sorta di pozzo sotterraneo che doveva avere la forma del cielo, del "mundus", se la spiegazione di questo termine è quella di Plutarco (Romolo, 11):
"Lo chiamano mundus con lo stesso nome con cui indicano l'Olimpo."
Sembra probabile che il nome si riferisse dunque alla particolare forma a conca del luogo sotterraneo che doveva ricordare quella del cielo, ma la cosa importante è che questo Mundus dei Romani era collegato al rito di fondazione stessa della città di Roma fatto da Romolo, come ricorda ancora Plutarco (Romolo, 11):
"[Romolo] fece venire dall'Etruria esperti con leggi e testi sacri, che gli spiegassero e gli insegnassero ogni aspetto rituale, come per un'iniziazione ai misteri. Difatti venne scavata una fossa circolare intorno all'attuale Comizio, nella quale furono deposte offerte votive di tutto ciò che risultava adatto secondo le consuetudini e necessario secondo natura. Infine ogni abitante portò una piccola porzione della propria terra d'origine e la gettò nella fossa, mescolandola insieme con le altre. Chiamarono questa fossa con lo stesso nome con cui indicano il cielo [l'olimpo]: mundus."
Dunque un sito connesso direttamente alla fondazione di Roma, una fossa votiva per propiziare la nascita della nuova città.
Lo stesso episodio viene ricordato da Ovidio (Fasti, 4, 820-824) che fornisce qualche elemento in più:
"Si scava una fossa fino a trovare la pietra, si gettano biade nel fondo, e si porta terra dal vicino suolo; si riempie di zolle la fossa; colmata poi vi si erige un altare e quel nuovo focolare fa bene il suo ufficio con ardente fiamma."
Questo "Mundus" era comunque dai Romani collegato a divinità infere, poiché sotterraneo, e durante i giorni della sua apertura vigevano dei divieti, come ricorda Macrobio (Saturnalia, 1, 16, 17-18):
"Non si riteneva opportuno dare inizio ad una guerra [...] neppure quando è aperta la cavità infernale [il Mundus], rito consacrato al culto del padre Dite [Ade] e di Proserpina [Persefone]. Varrone scrive che quando la cavità è aperta [Mundus patet], è aperta per così dire la porta delle divinità funeste ed infernali. Perciò è sacrilego non solo attaccar battaglia, ma anche arruolare e far partire le truppe, salpare, prendere moglie."
Dunque un luogo sacro alle divinità infernali come Dite e Proserpina, nonché ai Mani, le divinità sotterranee spesso associate alle anime dei defunti (Festo, 144 L.). L'altro elemento importante è che in questi giorni di apertura del Mundus era vietato soprattutto fare o iniziare la guerra (come risulta anche da altre fonti), lasciando questo giorno per la pace. L'unione di questo dato con il rituale di fondazione di Roma alla quale parteciparono persone di diversa provenienza, che lasciarono nel mundus parte della loro terra natia, sembrerebbe far ipotizzare nei giorni di apertura del Mundus il ricordo di patti di pace o tregua fatte dalle diverse popolazioni che si unirono per fondare la nuova città.
Gabriele Romano
(nella foto: ara con dedica a Dite e Proserpina. Römisch-Germanisches Museum, Köln.)

martedì 22 agosto 2017

La via lattea Orione, Iside e i Magi

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Iside è intimamente legata alla costellazione di Orione, che
rappresenta anche la salvezza
nella raggiunta immortalità (dell'anima
o nel caso dell'Egitto del corpo)
quando, questa costellazione appare nei cieli dell'Egitto, segna l'inizio
dell'esondazione e così la fecondazione
della terra, pronta a ricevere il seme,
dopo che il limo  si è depositato.
Le torri di molti castelli medioevali
sono disposte, nel terreno, come le stelle del cacciatore Orione.

Secondo i magi persiani, Sirio e il guardiano
di Ormazd, cioe di Dio (del Verbo?).
I cristiani hanno chiamato le tre stelle di Orione re magi, ovvero bastone di san Giacomo, consacrando cosi Orione a san
Giacomo.


Un giardino esoterico a Radicofani (Siena)

Giardino Romantico "Bosco Isabella"

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Il Bosco Isabella è un Giardino Romantico - Esoterico, lambisce una parte della strada che costeggia le mura a sud del borgo, si estende per circa 2,5 ettari.
È stato costruito su un terreno seminativo dalla fine dell’800 alla seconda guerra mondiale dalla famiglia Luchini. La costruzione del Giardino si deve a Odoardo Luchini (1844 - 1906), garibaldino nella terza guerra di indipendenza e poi deputato e senatore del Regno, a sua moglie Isabella Andreucci (1842 -1924) da cui il giardino prende il nome, figlia anch’essa di un Senatore, ed alla loro unica figlia Matilde Luchini (1871 - 1948) pittrice dei Macchiaioli allieva di Filadelfo Simi e Cesare Ciani. Odoardo aveva una vera e propria passione per i giardini all’inglese che approfondì nei suoi numerosi viaggi nei paesi anglosassoni. 
La realizzazione si sforzò di seguire i criteri di creare qualcosa che fosse in armonia con la natura senza violentarla in alcun modo, una natura libera e svincolata da ogni legame creato dall’uomo. Furono creati sentieri, fatti muretti a secco, ponticelli piani ma tutto con le pietre raccolte sul posto. Messi in evidenza massi basaltici, dislivelli del terreno e polle d’acqua esistenti. Furono messi in evidenza anche i resti di una costruzione antica a mura poligonali, forse un luogo di culto etrusco o addirittura anteriore rinvenuto nel 1902, ed i resti di un fortino senese che monitorava la Via Francigena sottostante e distrutto da i Medici nell’assedio del 1555. Venne costruita una Piramide in pietra a base triangolare nel centro del giardino, uno dei tanti simboli che poi spiegheremo, ed un piazzale che era usato anche come campo da tennis. Gli alberi che vi si trovano sono in prevalenza: Chamaecyparis lawsoniana, Tsuga e Sequoie del nord America, Tassi, Cedri del Libano, Cedri Deadara e Pini Europei, Cipressi, Tigli, Castagni, Olmi, Aceri di varie specie, Agrifogli, Ciliegi selvatici, Pioppi tremuli, Ippocastani, Cerri, Allori, Acacie, ecc. abbiamo accennato ad una simbologia, perché i Luchini aderivano ad una Loggia Massonica ed hanno ricreato nel giardino una sorta di percorso iniziatico-esoterico, un tempio massonico all’aperto. Così alcune cose che sembrano naturali sono studiate, come la disposizione di alcune essenze o alberi a gruppi di tre, numero simbolico, la giara interrata prima del piazzale che ricorda il catino del tempio di Salomone usato per le abluzioni, o i due grandi massi disposti all’inizio del sentiero che porta alla piramide, che rappresentano le due colonne del tempio salomonico Boaz e Jachin, la siepe di Bosso a forma di cerchio che rappresenta l’occhio che sovrintende, la piramide a base triangolare, simbolo principe della massoneria.
Il Bosco Isabella è stato dichiarato di interesse pubblico da una legge nel 1922, classificato tra le bellezze naturali con un’altra legge del 1939, acquistato dal Comune di Radicofani nel 1983, oggi è parco pubblico.

lunedì 21 agosto 2017

Orco e gli dei inferi

Orco (lat. Orcus) era il dio degli Inferi nella prima mitologia romana. Come con Ade, il nome del dio è stato utilizzato anche per indicare gli Inferi stessi. Nella tradizione, la sua figura fu associata anche a Dite, per poi confluire in Plutone.
L'origine di tale divinità è probabilmente etrusca (e gli Etruschi, come sappiamo, erano gli stessi Šardana): Orco è ritratto in alcuni affreschi nelle tombe etrusche come un gigante peloso e barbuto. Presso gli etruschi il destino di ogni defunto era di essere condotto in un mondo di patimenti, senza luce e speranza, popolato da creature demoniache, come Tuchulcha (Tuxul-xa, il demone) dal volto di avvoltoio e armato di serpenti (nome che fa pensare inoltre al dio dei Maya "Kukulkán"o Charun, Caronte), dal volto deforme che regge un pesante martello; il quale veniva accompagnato spesso dalla dea Vanth > TAN/DAN.TH > TAN.ITH, LIL.ITH), i quali occupavano un ruolo di primo piano come rapitori e carnefici delle anime.
Dall'associazione con la morte e con gli Inferi, il termine "orcus" cominciò ad essere usato anche per altre creature mostruose e ripreso dai bestiari medievali.
In particolare, l'italiano "orco" indica una creatura antropomorfa con connotazioni bestiali, spesso demoniache.

"DEMONIUS EST DEUS INVERSUS",
quindi, ogni cosa che in principio era considerata buona e degna di considerazione e rispetto, si tramutò ben presto nel suo esatto contrario...
Forse non tutti sanno che la parola "ORCO", ''ORCU'', o meglio ''ORCA'', significhi in realtà "Dea Luna", dall'accadico URHU, "Luna, Grande Madre dell'Universo".
E la Tomba dei Giganti chiamata "Sa Dom'e s'Orcu" (la casa dell'Orco) in Sardegna?
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Sardegna, sa Dom'e s'Orcu

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Tarquinia: tomba dei Demoni Azzurri
Un demone azzurro accompagna una defunta