domenica 15 gennaio 2017

Sincretismo della dissoluzione


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 Paul Knitter
Senza Buddha non potrei essere cristiano

Introduzione di Luciano Mazzocchi
Traduzione di Paolo Zanna
È possibile rimanere cristiani diventando buddhisti? Questo nuovo libro di Paul Knitter offre la testimonianza di chi ha attraversato due volte la “frontiera” del buddhismo: prima per abbracciarlo, poi per tornare alla propria identità cristiana. Un’opera pionieristica che riflette i tempi attuali in cui l’identità religiosa di ciascuno è “plurale”, non “singolare”.
Oggetto delle critiche teologiche del cardinale Ratzinger, che lo ha accusato di sostenere che la prassi è più importante del dogma, a Knitter è però riconosciuta la ricchezza dell’indagine:
«L’ex prete cattolico Paul Knitter ha cercato di ovviare al vuoto di una teoria della religione ridotta a imperativo categorico, per mezzo di una nuova sintesi tra Asia e Europa ben più concreta e più ricca» (card. Ratzinger, Intervento a Guadalajara, Messico, del maggio 1996).
Incapace di «fornire risposte belle e impacchettate», Knitter ci invita ad andare oltre la fideistica accettazione di ciò che abbiamo appreso nell’infanzia per fare proprie le cose in cui crediamo, affrontando una a una le aporie irrisolte del cristianesimo e rifiutando il “mistero” come risposta di fronte alle grandi contraddizioni tra Dio e male e Dio e il mondo.
Oggetto di questo libro è «l’avventura spirituale del nostro tempo»: ossia l’esperienza di passare a una diversa tradizione religiosa nella maniera più aperta, attenta e personale possibile, e poi di ripassare alla propria religione, per vedere come “mettersi nei panni” di qualcun altro sul piano religioso possa aiutare a capire i propri per indossarli.
Tutto ciò si rispecchia nella struttura dei capitoli: Knitter per prima cosa tratteggia un quadro dei combattimenti interiori da lui vissuti in un particolare ambito della fede e della pratica cristiane, quindi descrive come un buddhista potrebbe affrontare simili lotte e interrogativi. Infine compie il passaggio inverso ed espone quanto ha imparato dal buddhismo e ciò che pensa possa essere funzionale a un recupero e a un approfondimento della fede cristiana.
Ecco come è possibile che «i geni teologici» della fede di Knitter siano sempre cristiani, nonostante il buddhismo continui a giocare un ruolo decisivo: «La mia preoccupazione principale è che i geni teologici che sto trasmettendo siano ancora cristiani, che la mia reinterpretazione del credo cristiano, per quanto davvero diversa, non sia totalmente diversa».
Paul Knitter, teologo cattolico “dissidente”, è professore di Teologia allo Union Theological Seminary di New York, cattedra Paul Tillich, ed è tra i maggiori sostenitori di un dialogo interreligioso. Autore dell’importante: No Other Name? del 1985, fu criticato, assieme all’amico John Hick, dal cardinale Ratzinger.
«Di enorme, quasi disarmante, onestà. Un esempio avvincente di indagine religiosa». 
The New York Times
«Uno dei migliori libri contemporanei sull’incontro tra religioni».
Library Journal


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