domenica 1 gennaio 2017

L'opera di Plotino scaturita dsgli indomiti Daimones

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"Se bisogna ricorrere alle parole dei sapienti, non c'è nessuno più sapiente del Dio e, certo, il Dio ha detto veracemente: 'io so numerare i grani di sabbia e conosco i confini del mare, io comprendo i muti e ascolto coloro che non parlano'. Infatti Apollo, interrogato da Amelio sul luogo ove dimorasse l'anima di Plotino, Apollo che ha detto di Socrate 'di tutti gli uomini Socrate è il più saggio', ascoltate che cosa ha risposto riguardo a Plotino:
Io mi accingo ad intonare un inno immortale
per un amico diletto e lo intesso con soavissimi suoni
che l'armoniosa mia cetra diffonde sotto l'aureo plettro.
Io chiamo le Muse ad unire le loro voci diverse
in un coro di canti armoniosi e possenti ...
già arrivi nella schiera
dei Daimones spirante di aure deliziose:
colà domina l'amicizia, colà domina il mite desiderio
pieno di gioia pura, sazio perennemente
dell'ambrosia che viene dagli Dei, colà vi sono le persuasioni
dell'amore, colà l'aura è soave e senza nubi il cielo,
colà abitano Minosse ed il fratello Radamanto
dell'aurea stirpe del grande Zeus, ed Eaco il giusto;
colà abitano Platone, anima santa, ed il bel Pitagora
e quanti compongono il coro dell'immortale Eros,
e quanti hanno in sorte la parentela
con i Daimones beati ed il loro cuore è sempre allietato
in feste gioconde. O beato, quante numerose battaglie
hai sostenuto! Ed ora te ne vai con i Daimones puri
armato del possente slancio della vita..."
(Passi dalla "Vita di Plotino, Porfirio, cf.22-23)

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