Avalon è un'isola leggendaria, facente parte del ciclo letterario legato al mito di Re Artù, situata nella parte occidentale delle Isole britanniche, forse legato alla fertilità di questa terra che secondo alcuni significherebbe isola delle mele.


Il primo documento scritto che ci parla di Avalon dandole il significato di Isola delle Mele si trova nella Historia Regum Britanniae di Goffredo di Monmouth; questa è la traduzione più probabile, visto che in bretone e in cornico il termine usato per indicare mela è Aval, mentre in gallese è Afal, pronunciato aval. Inoltre il concetto di un'"isola dei beati", posta nell'estremo occidente (il luogo del tramonto) è presente anche altrove nella mitologia indoeuropea, in particolare nell'irlandese Tír na nÓg e nel mito delle greche Esperidi (anche queste ultime famose per le loro mele).

Secondo alcune leggende, Avalon sarebbe il luogo visitato da Gesù fanciullo e da Giuseppe di Arimatea, e quello dove proprio Giuseppe di Arimatea fondò, secondo la leggenda, la prima chiesa in Britannia, costruita per custodire quella coppa di legno col sangue di Cristo, anche nota come Sacro Graal.

Per alcuni Avalon è identificata con Glastonbury. Nello sbarcare piantò a terra il suo bastone, che fiorì miracolosamente nel Biancospino di Glastonbury ("Spina Santa"). Questa è la spiegazione mitica dell'esistenza di questo ibrido, che cresce soltanto alcune miglia attorno a Glastonbury.
A partire dagli inizi dell'XI secolo prese corpo la tradizione secondo cui Artù fu sepolto nella Glastonbury Tor, che in passato era circondata dall'acqua, proprio come un'isola. Durante il regno di Enrico II, secondo il cronista Giraldo Cambrense e altri, l'abate Enrico di Blois commissionò una ricerca, che, a una profondità di 5 metri, avrebbe portato alla luce un enorme tronco di quercia o una bara con un'iscrizione: "Qui giace sepolto l'inclito re Artù nell'isola di Avalon". I resti furono sotterrati di nuovo davanti all'altare maggiore, nell'abbazia di Glastonbury, con una grande cerimonia, a cui parteciparono anche re Edoardo I e la sua regina. Il luogo divenne meta di pellegrinaggio fino al periodo della Riforma protestante, quando andò tutto perduto o distrutto.

Comunque, la leggenda di Glastonbury è considerata falsa e veniva utilizzata come propaganda per favorire un pellegrinaggio e raccogliere denaro per la ricostruzione del monastero.

Glastonbury è oggi un centro religioso e di pellegrinaggio, dove misticismo e paganesimo coesistono, non senza difficoltà.