domenica 18 settembre 2016

Entrare in contatto con Dio, secondo i neoplatonici

Storia della teurgia
Anche se, come si diceva, le pratiche teurgiche sono certamente precedenti a Giuliano il Teurgo, gli Oracoli caldaici rappresentano tuttavia la prima opera scritta giunta a noi che tratta di questo argomento.
E' evidente che l'idea della liberazione dell'anima dalla "tomba" del corpo (σῶμα-σῆμα, "corpo-tomba") non è nuova in Occidente: essa si ritrova già nell'Orfismo ed è fatta propria da Platone, che ne è il principale teorico e divulgatore (si pensi ad esempio al "mito della biga alata" nel Fedro, ma anche a tutta la teoria dell'eros esposta soprattutto nel Simposio).
Non a caso, è proprio in àmbito neoplatonico che la teurgia si sviluppa e si diffonde in Occidente. Così anche l'imperatore romano neoplatonico del IV secolo, Giuliano, detto dai cristiani "l'Apòstata", prima ancora di vestire la porpora imperiale, messo in guardia da Eusebio di Mindo rispetto alla teurgia pratica da Massimo di Efeso, rispose piccatamente: "Tu puoi restare fermo sui tuoi libri, io so dove andare". Quindi Giuliano si recò da Massimo di Efeso in Atene e venne così iniziato ai Misteri eleusini ed alla teurgia. Per i suoi studi Giuliano chiese al suo amico Prisco di spedirgli una copia del commentario del filosofo neoplatonico e teurgo Giamblìco su Giuliano il Teurgo. A tal proposito commentò di essere avido della filosofia di Giamblico e che nulla al mondo poteva stargli alla pari.
Celebre teurgo dell'antichità fu anche il filosofo neoplatonico Proclo.

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 l'imperatore Giuliano

La teurgia scomparve contestualmente alla chiusura delle scuole filosofiche e teologiche non cristiane avvenuta nel 529 d.C. da parte dell'imperatore cristiano Giustiniano, il quale mise al bando qualsiasi dottrina filosofica o pratica religiosa non cristiana.
Nel Medioevo cristiano tali pratiche vennero 'demonizzate' e considerate 'malefiche' e inaccettabili, giacché l'avvento del Cristianesimo implicava l'eclissi di tutti i dàimones pagani, che a loro volta erano considerati maschere degli angeli caduti insieme a Lucifero. La pratica teurgica venne chiamata ars goetia, locuzione derivata dalla già citata parola greca γοήτεια che significa "stregoneria", "magia" (intendendo con ciò la "magia nera"), alla quale ovviamente si contrapponeva la liturgia sacramentale cattolica, considerata come la nuova e la vera teurgia, ovvero l'opera salvifica e santificatrice di Dio nella mediazione dei suoi sacerdoti.
Tuttavia la teurgia, con la riscoperta di Platone, conoscerà un revival nel Rinascimento: i suoi più tipici esponenti saranno Marsilio Ficino e Pico Della Mirandola, il primo seguace e teorico della teurgia neoplatonica, il secondo di quella cabalistica.
Essa è poi tornata di prepotenza alla ribalta tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, con il suo utilizzo da parte di gruppi esoterici quali l'Ordo Templi Orientis, l'Hermetic Order of the Golden Dawn, la Società Teosofica e la Thule Gesellschaft.
Nell'ultimo secolo poi la Teurgia ottocentesca ha avuto una sua naturale evoluzione nelle religioni neopagane, come ad esempio laWicca ed il Neodruidismo.

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