martedì 5 luglio 2016

E' difficile comprendere: Marco Fassoni Accetti, i giudici dicono che è un millantatore!

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Quindi per i magistrati, escluso il Dott. Capaldo, io sarei solo un millantatore estraneo al caso Orlandi-Gregori. Ma come millantatore sono stato molto fortunato, in quanto fin troppe coincidenze mi hanno portato nell’83 ad avere una “vicinanza” al comportamento delle persone che stilavano i comunicati ritenuti dalle autorità dell’epoca come autentici.
  • Mia moglie che appena un anno prima mi aveva consegnato un revolver, si trovava in Boston negli stessi giorni che da quella città venivano spedite lettere di rivendicazione.
  • La mia voce è simile a quella del maggior telefonista. Quanti di coloro che mi leggono, possono trovare una somiglianza della loro stessa voce con l’”americano” suddetto?
  • Nell’83 usavo un autovettura color verde metallizzata, lo stesso colore avvistato da un pubblico ufficiale innanzi al Senato. Eppure nessuno degli inquirenti mi ha chiesto al riguardo, non esiste un documento dell’istruttoria che dichiari che io possedevo tale mezzo. Quanti di coloro che mi leggono hanno posseduto una macchina verde metallizzata? Non era e non è certo un colore comune per un’autovettura.
  • Avevo lo studio innanzi alla scuola della Gregori, così come una mia abitazione era innanzi al luogo della scomparsa di Alessia Rosati.
  • Il portone del mio collegio era posto di fianco a quello delle Sorelle Fontana, il cui nome è stato usato dall’uomo che adescò la Orlandi. Nel palazzo del collegio viveva Monsignor Celata, mio direttore spirituale, lo stesso prelato che i documenti dicono interessato insieme al dottor Francesco Pazienza a defenestrare Monsignor Marcinkus.
  • Ho dichiarato che la bara della Skerl è stata trafugata. La lapide presenta segni di effrazione ma le autorità non hanno verificato.
  • Nello stesso ’83 a distanza di appena 6 mesi dalla scomparsa della Orlandi, mi trovai coinvolto nella scomparsa di un altro minore dalla sua abitazione.
Potrei continuare per altre pagine. Quindi una coincidenza per chiamarsi coincidenza deve essere unica e non ripetersi. Quando alcuni fatti sono convergenti ed univoci non sono coincidenze ma indizi. E molti indizi sono una prova.
Non è quindi  affatto vero che hanno indagato a fondo per ogni indizio come hanno dichiarato.
Il fatto che non esista agli atti un documento che dimostri che possedevo una vettura verde metallizzata lo dimostra, cosi come il mancato accertamento della tomba Skerl. E tante altre omissioni d’atti d’ufficio ancora.
Per cui i giudici sono dei somari o in malafede, ausiliati da alcuni giornalisti, veri o finti “utili idioti”.
Si è voluto evitare un pesante imbarazzo alla Città del Vaticano.  Tali magistrati si dimettano, per loro la scomparsa di ben due giovani non ha alcun peso morale ,civile e giudiziario.

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