martedì 7 giugno 2016

Tanto per non dimenticare

La BpVi aderisce all'aumento della Cattolica
Samuele Sorato dg della BpVi, il presidente Gianni Zonin, il presidente di Cattolica Assicurazioni Paolo Bedoni e il dg Flavio Piva
Samuele Sorato dg della BpVi, il presidente Gianni Zonin, il presidente di Cattolica Assicurazioni Paolo Bedoni e il dg Flavio Piva
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VICENZA
«All'unanimità il consiglio di amministrazione della Banca Popolare di Vicenza ha deciso di sottoscrivere l'aumento di capitale promosso dalla Cattolica Assicurazioni». Sorrisi e una stretta di mano che parla più delle parole: il presidente della BpVi Gianni Zonin esce a metà pomeriggio per qualche minuto dalla seduta del cda, affiancato dal presidente di Cattolica Paolo Bedoni giunto in via Battaglione Framarin di persona con il direttore generale Flavio Piva, per «dare una buona notizia» che spazza via i dubbi emersi sulla stampa negli ultimi giorni sull'adesione della popolare berica all'aumento.
ADESIONE IN TOTO. La BpVi quindi eserciterà tutti i suoi diritti di opzione nell'operazione di aumento di capitale da 500 milioni deciso dalla compagnia veronese: un'operazione da 75,6 milioni (corrisponde a circa 17,8 milioni di azioni su un totale di oltre 117,5 milioni) con cui la BpVi salirebbe dall'attuale 14,92% (un arrotondamento della quota fatto nelle ultime settimane dal 12,4% ancora ieri indicato sul sito della Consob) al 15,07% del capitale di Cattolica. Un aumento percentuale di partecipazione che deriva dal fatto che 800 mila azioni della compagnia detenute in proprio da Cattolica non aderiscono all'operazione.
«La nostra partecipazione all'aumento», ha spiegato ieri Zonin, «consolida la Banca Popolare di Vicenza come primo azionista di una delle più importanti compagnie assicurative italiane e conferma ulteriormente la rilevanza strategica della partnership già avviata nel 2007».
«È il rafforzamento di una partnership», ha aggiunto Bedoni, «che è di fatto l'unica vera alleanza sul territorio tra due grandi istituzioni popolari che svolgono assieme un'attività di business e soprattutto di supporto all'economia reale e al nostro sistema produttivo».
I PIANI INDUSTRIALI. La Cattolica è azionista di BpVi con lo 0,93% del capitale e ha a sua volta sottoscritto l'ultimo aumento della banca vicentina; un incrocio azionario che si è concretizzato con la partecipazione del vicedirettore di BpVi Andrea Piazzetta nel cda di Cattolica.
L'alleanza e la nuova sottoscrizione di capitale, ha specificato Samuele Sorato, dg della Vicenza, implica anche un rafforzamento della partnership tra banca e compagnia «soprattutto per l'accordo distributivo dei prodotti assicurativi attraverso la rete della BpVi, ma anche con un'importante collaborazione da parte degli agenti della rete della compagnia, che possono promuovere i nostri prodotti bancari. I clienti di entrambi non possono che trarre benefici da questo ulteriore rafforzamento di collaborazione».
Cattolica, ha aggiunto il dg della compagnia Piva, è impegnata in un piano industriale di espansione che riguarda anche «un rilevante investimento in tecnologie informatiche e digitalizzazione, e in questo settore la BpVi con la sua società Sec servizi ha già compiuto rilevanti passi avanti nella tecnologia per cui contiamo di sviluppare una collaborazione che ci aiuti a portare il livello di innovazione dei servizi assicurativi allo stesso livello già raggiunto da quelli bancari».
SEGNO DI SALUTE. Per BpVi, che è uscita dagli esami Bce con un riconoscimento nel caso di uno scenario di base di 5-600 milioni di eccedenza di capitale (escluso il cosiddetto “scenario super-avverso”, che dà comunque risultato sufficiente), «l'adesione all'aumento è un segnale della determinazione a continuare nella linea di erogazione di risorse a sostegno del sistema economico». «Abbiamo aumentato del 9% gli impieghi, e in quelle aree dove siamo più presenti come Veneto e Friuli stanno emergendo maggiori segnali di ripresa», ha sottolineato Sorato. «In pratica: là dove abbiamo aiutato di più, si sente e si vede», sintetizza Zonin. E per Cattolica «con la trimestrale che ha chiuso molto bene a settembre», ha concluso Bedoni, «abbiamo numeri in grado di convincere tutti».
Ieri intanto in Borsa il titolo della compagnia ha ceduto il 2,89% a 5,04 euro mentre i diritti si sono attestati a 0,91 euro (-14,95%). 

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