martedì 7 giugno 2016

Equitalia spietata coi deboli e inesistente con i forti





L’INCHIESTA «SALTIMBANCHE» SUL COLLASSO DELLE POPOLARI VENETE
Report: «Zonin sta diventando nullatenente»

Amici big, risparmiatori beffati, conti e azioni gonfiate: chi paga? PopVi diffida la Gabanelli



11 aprile 2016

PADOVA. Mentre i soci rimasti a secco ripetono «mai più», Gianni Zonin starebbe diventando nullatenente, cedendo pian piano quote di società e immobili a mogli e figli, racconta «il Report» di Milena Gabanelli.

Ieri sera è andata in onda «Saltimbanche», l’inchiesta di Giovanna Boursier sul cattivo credito delle Banche, venete comprese. Impossibile sentire la voce di Gianni Zonin, per trent'anni presidente della Popolare di Vicenza. È in Sudafrica e non rilascia interviste, ma la Banca diffida la puntata che va in onda comunque con la voce di Bankitalia sul valore delle azioni. Il direttore Salvatore Rossi conferma: «Abbiamo insistito a lungo perché le banche avessero pareri autorevoli esterni». Ma c’è voluta la Bce per svelare il vero valore della azioni e il patrimonio gonfiato. Anche in Veneto Banca. Lo conferma Danièle Nouy, capo vigilanza Bce con le ispezioni che partono nel 2014 di fronte a un «grande problema di sofferenze, dimensioni e governance».
«Ci hanno venduto azioni come se fossero un investimento sicurissimo, dicendo che la banca che era solida» dice il socio arrabbiato Davide Lunardon. «Ce le hanno vendute come oro. La mia mamma deve pagare la casa di riposo, non abbiamo soldi» aggiunge Elisabetta Gatto. La mamma di Martina ha tentato il suicidio. Ha perso 50 mila euro. Ma nel tracollo generale c'è chi ha comprato e venduto in pochi mesi come l’A22. E, prima del crollo, anche Bruno Vespa, abruzzese che vive a Roma ma ha investito in Veneto Banca intorno al 2000 quando conobbe l'ex ad Vincenzo Consoli di cui si definisce «amico»: Vespa vende 8 milioni con una perdita di 873 mila euro legata alle obbligazioni convertibili. Vendono Giuseppe Stefanel e Renzo Rosso. Lettere con impegno al riacquisto, dice Report, sono invece arrivate a René
Caovilla, società San Lorenzo e Palladio. E adesso c’è la Borsa, due bilanci in rosso e fatti da chiarire come quell’amico comandante Giuseppe De Maio che Consoli volle in Veneto Banca con contratto da 160 mila euro e un viaggio in Brasile pagato da una società in Lussemburgo. (e.v.)

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