domenica 7 dicembre 2014

Perché cancellare la Papessa Giovanna dalla storia della chiesa?



La cosa più allucinante è che la vicenda della Papessa venne censurata nei secoli solo perché si trattava di una donna. Una delle più “forti” motivazioni a cui si affida il censore e Revisore ecclesiastico Onofrio Panvinio, colui che in effetti purgherà la successive edizioni del libro in questione bollando la “vicenda Papessa” come pura “fabula”, consiste nell’affermare che non si possa in alcun modo credere che lo Spirito Santosi sia sbagliato al punto da far salire al soglio pontificio un essere inferiore come una donna

Pietro Ratto
Genovese, insegnante di Filosofia, Storia e Psicologia, musicista, saggista e giornalista (collaboratore de LA STAMPA per la pagina nazionale della Cultura, su cui saltuariamente si occupa  di Scuola), nonché consulente dell’USP per il disagio scolastico, Pietro Ratto vive in un bosco, l’habitat ideale per riflettere e creare. Per quanto concerne la sua carriera musicale, dal 1983 ad oggi ha inciso parecchi dischi, sia da solista che con il suo gruppo di Rock Progressivo ATON’S. Sito ufficiale: www.atons.it. Diversi suoi lavori filosofici sono stati pubblicati su siti specializzati, come ad esempio Il Giardino dei Pensieri (vedi il relativo indice dei suoi scritti) o su riviste del settore come “Diogene, filosofare oggi “(Cfr. ad esempio il suo approfondito studio biografico su Kant presente sul Nr. 12). Molti suoi articoli e studi (come lo scoop relativo ai vertici ed all’organismo che gestisce l’INValSI) sono stati pubblicati in rete. Ad esempio su La Stampa.it, CadoInPiedi,  PoliticamenteCorretto.com, ReteScuole, CronacheLaiche.it, ecc.. Al convegno di Filosofia Leggere la complessità. La Filosofia e il quotidiano – tenutosi a Firenze il 27 marzo 2012 – è intervenuto con una conferenza intitolata Il volo della Civetta. L’irrinunciabile inutilità della Filosofia. Relativamente alla sua attività di scrittore, nel 2003 il suo racconto Scacco Matto si è aggiudicato il primo posto del Premio letterario indetto dalla Società Dante Alighieri. Per gravi problemi familiari non si è presentato a ritirare il riconoscimento, per questo motivo assegnato al secondo classificato. Nel 2008 il suo Scacco Matto ha vinto il Premio letterario Racconti nella Rete 2008. Nel 2009 il suo articolo “L’uomo avvisato” ha vinto il Premio Giornalistico Scrivere Oltrepensiero 2009. Nel 2010 il suo racconto La Torre tradita ha vinto il terzo Premio Guido Gozzano. Nel 2011 lo stesso racconto si è classificato terzo al Premio letterario Il Giovane Holden ed è stato pubblicato dall’omonima Casa Editrice nell’Antologia dedicata al Concorso. Nel 2014 sono usciti due suoi libri: La Passeggiata al tramonto – Vita e Scritti di Immanuel Kant, Edizioni Leucotea ) e Le pagine strappate, irriverente saggio contro-storico (Edizioni Elmi’s World ), finalista al Premio Letterario Carver 2014. Nella primavera 2015 è prevista l’uscita del suo I Rothschild e gli altri, Macro Edizioni. Dal  2011 gestisce un sito di ricerca storica “alternativa” chiamato IN-CONTRO/STORIA.
Parlare della  Papessa Giovanna si può, o si è considerati revisionisti?
Parlare della Papessa, più che altro, pare altamente eretico. Soprattutto se la si considera in una prospettiva storica e non, banalmente, come una suggestiva favola. Lei pensi che i miei problemi sono cominciati ancor prima della pubblicazione del saggio: da quando, cioè, ho cominciato a inviarlo alle varie case editrici e mi sono sentito rispondere da qualcuna di esse con domande tipo: “Ma lei tiene alla sua famiglia?”
La ricerca storica, ormai da qualche anno, è approdata anche nel luogo più ‘sacro’ in assoluto: il VATICANO. Proprio l’ì, dove ogni cosa che viene stampato deve avere l’imprimatur, (La locuzione latina Nihil obstat quominus imprimatur, tradotta letteralmente, significa non esiste alcun impedimento al fatto di essere stampato). Ma, al di fuori delle mura del Vaticano, si può fare, e, senza temere (oggi, non sappiamo domani), di essere messi al rogo. Lei, come è venuto a conoscenza della storia della Papessa Giovanna?
Il rogo, ormai, è tanto antiquato quanto controproducente, soprattutto in termini di immagine. Meglio non pubblicare proprio ciò che è scomodo (in questo senso, l’ISBN è diventato un autentico ed efficacissimo “imprimatur a priori”), oppure, se scappa a qualche case editrice particolarmente coraggiosa, isolarlo e abbandonarlo ad una totale indifferenza da parte dei mezzi di informazione. L’ultima spiaggia della censura contemporanea consiste nel far perdere il lavoro al malcapitato. Quanto alla seconda parte della sua domanda, come il libro racconta, in virtù delle mie ricerche su IN-CONTRO/STORIA ho ricevuto una serie di mail piuttosto misteriose da un collezionista di opere antiche che, dopo avermi accuratamente tenuto sotto esame vagliando le mie risposte, mi ha ritenuto “degno” di darmi un appuntamento in un luogo in cui conserva segretamente i suoi libri. Giunto lì, mi ha dato l’imboccata mettendomi davanti agli occhi, tra le tante meraviglie, un’edizione – datata 1552 e sfuggita alla Censura del Concilio di Trento – del “Delle vite de’ Pontefici” di Bartolomeo Sacchi, detto il Platina. La sua maliziosa domanda “La conosce la storia della Papessa?” mi ha incuriosito al punto da indurmi a cominciare a studiare per mesi questo scritto, fino ad arrivare a scoprire, dopo notti e notti di calcoli, qualcosa di incredibile su quella che da secoli e secoli passa per una semplice leggenda.
Forse, possiamo dire che, è quasi una storia moderna, tanti divieti che alla fine si possono anche superare. Ma prima non era così.
Non so se i divieti si riescano effettivamente a superare, oggi. Anzi, più studio il Medioevo direttamente sui documenti e le cronache, più mi convinco che si fosse molto più liberi allora di adesso. Per quel che mi riguarda, come le dicevo, sulla mia ricerca è calata una fittissima nebbia di censura, che si è concretizzata, semplicemente, nell’ignorarla. Per quanto concerne Giovanna… Beh, la fine che ha fatto dimostra cosa comporti “trasgredire”. Soprattutto per una donna. Per dirla tutta, chi infrange le regole (e badi bene, parlo di quelle dettate dal pregiudizio e dall’avidità di potere di chi le elabora, non certo di quelle morali, scritte dentro di noi), deve esser pronto ancora oggi a sopportare di tutto. L’esperienza di Julian Assange lo dimostra chiaramente
La storia ci riferisce anche di altre donne, costrette a ‘mascherarsi’ per poter approdare ai livelli culturali più alti, ma, nel caso del Vaticano, la scelta di Giovanna, era stata consentita perché in quel momento, lei era l’unica ‘persona’ in grado di rivestire quel ruolo?
La scelta di Giovanna cade in un’epoca in cui i Papi si eleggevano ancora per acclamazione popolare. E la gente sapeva molto bene che quel sapiente, che tutti credevano uomo, era in assoluto il più erudito di tutti, il più virtuoso, quello che lo stesso predecessore Leone IV aveva voluto al suo fianco. L’unico che avesse le carte in regola per succedere a quel Papa santo. La cosa più allucinante è che la vicenda della Papessa venne censurata nei secoli solo perché si trattava di una donna. Una delle più “forti” motivazioni a cui si affida il censore e Revisore ecclesiastico Onofrio Panvinio, colui che in effetti purgherà la successive edizioni del libro in questione bollando la “vicenda Papessa” come pura “fabula”, consiste nell’affermare che non si possa in alcun modo credere che lo Spirito Santo si sia sbagliato al punto da far salire al soglio pontificio un essere inferiore come una donna. Capisce? Giovanni XII muore ucciso dall’uomo che lo trova a letto con la propria moglie; Alessandro VI era pieno di figli, sospettato di incesto, simoniaco e corrotto fino all’osso; Silvestro II usava venire a patti col Diavolo ecc. Ma essendo tutti “maschietti” nessuno mise mai in dubbio l’autorità e la storicità di questi Pontefici..
Oggi, dopo che lei, con il suo libro, ha rivelato un fatto storico ‘scomodo’, dovrà, la storiografia del Vaticano ammetterne l’esistenza?
Se si continua a non parlarne, non accadrà proprio nulla. In questa nostra inquietante era accade solo ciò che passa in Tv. Il resto non accade, punto e basta. E guardi che, voglio essere molto preciso, io nel mio libro non dimostro che la Papessa sia veramente esistita: questo è letteralmente impossibile, poiché tutti i documenti che parlano di lei sono stati revisionati o bollati come “bufale” più o meno antiche. Io, in seguito a calcoli su calcoli di una complessità incredibile (perché le tecniche di censura, evidentemente, erano sofisticatissime), arrivo a dimostrare come, attraverso un’intricata tecnica di falsificazione di nomi e numerali di Papi e di date, i Revisori ecclesiastici, Panvinio in testa, siano riusciti ad assorbire (in modo molto subdolo e graduale), il periodo esatto di pontificato che veniva attribuito a Giovanna. Due anni un mese e quattro giorni spariti, “spalmati”, con una serie di giochi di prestigio da far rabbrividire, tra l’ottobre 855 ed il dicembre 1032. Tutto ciò mi è stato possibile confrontando le cronologie delle diverse edizioni del “Delle vite” di cui ero entrato in possesso: quella suddetta, risalente al 1552, e due edizioni successive, quelle del 1560 e del 1650, nelle quali si avverte la mano pesantissima della censura. Un controllo accurato, un confronto comparato delle diverse edizioni dello scritto del Platina “prima e dopo la cura”, insomma. Inoltre, particolare da non trascurare, nel libro arrivo a provare che il busto della Papessa si trovava effettivamente tra quelli degli altri Papi allineati nel Duomo di Siena, ancora alla fine del Seicento. Anche questa cosa è sempre stata considerata una fantasia, ma io ho trovato un testo del 1595 che lo dimostra incontrovertibilmente.
Il suo nuovo libro in fase di pubblicazione, I Rothschild e gli altri, è anche esso frutto di una ricerca’revisionista?
Altroché, mamma mia. Quello sì che fa paura. Si tratta di uno studio, in buona parte genealogico, che dimostra come le grandi famiglie che attualmente monopolizzano e controllano la politica, l’economia e la finanza mondiali, nel corso degli ultimi tre secoli si siano imparentate tra loro attraverso una fitta serie di matrimoni “dinastici”, così da agire in piena sintonia e complicità, nel totale disprezzo di qualsiasi logica concorrenziale e di qualunque autentica democrazia. Tra le altre cose, emerge inquietantemente il dato secondo cui la gran parte dei politici e banchieri che reggono ed hanno retto le fila della storia contemporanea discendono da antiche famiglie aristocratiche o addirittura di sangue reale. E’ come se, dal ’600 in poi, la nobiltà europea (soprattutto inglese), si fosse resa conto che i tempi stavano cambiando, e che alle vecchie logiche di potere fondate sul sangue si dovesse sostituire quella della finanza, pubblica e privata. In questo senso, la ricostruzione di queste nuove forme di potere fu resa possibile dal trapiantarsi nel “Nuovo Mondo”, in America, dei giovani rampolli di queste antiche dinastie.
Curiosando nel suo sito www.incontrostoria.it, si scopre che non le sfugge niente, cioè ha proprio voglia di  riscrivere la STORIA. E, pensa che i libri di storia, sia scolastici che saggi, si adegueranno alla VERITA’?
Guardi, io insegno Storia a scuola tutti i giorni. Non le dico la difficoltà, lo scrupolo, di sentirmi costretto a raccontare vicende che appartengono a secoli che ho dimostrato (o che hanno dimostrato le ricerche degli altri studiosi che a questo sito collaborano), esser stati “riveduti e corretti”. Quindi, ho deciso di far così: da qualche anno, prima racconto ai ragazzi la versione “tradizionale”, così come riportata dal loro allineatissimo libro di testo, poi vado giù deciso con i dubbi e le cose che non tornano. Mi sembra che possa funzionare ad incrementare quel senso critico che la scuola di oggi, in modo molto forte, fa invece di tutto per scoraggiare. Per dirla con De André, insomma, la mia vita procede in direzione ostinata e contraria.
a cura di Giovanna Canzano 


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