martedì 23 dicembre 2014

Il fratello di Balthus

 Vorrei parlare di un singolare scrittore, Pierre Klossowski.
Ho estratto questi due brevissimi scritti che sintetizzano il pensiero e la particolarità della sua originale opera, complessa ed ancora attuale!
 

BREVE SINTESI DEL PENSIERO


Pierre Klossowski si definiva monomane ed inventore di simulacri. Nel suo pensiero la prospettiva ateologica della morte di dio si lega alla filosofia della differenza. Giacché dio è il garante dell’io, la fine della trascendenza fa venir meno anche il principio di identità.
Tuttavia l’identità è ancora resa possibile dal codice dei segni quotidiani, ossia il linguaggio. La filosofia della differenza di Klossowski si esprime allora in una critica del linguaggio istituzionale, il quale consente l’annullamento dell’alterità attraverso la dialettica speculativa. La priorità data al logos nella cultura occidentale, consente la supremazia della parola sull’esperienza, attraverso la quale la parola si costituisce come stereotipo.
Il linguaggio si costituisce come verità, occultando l’indicibile, ossia il fondo impulsionale, in cui si esprimono le forze pulsionali che abitano l’individuo, e che sono prive di senso, scopo ed intenzione. Il linguaggio falsifica la realtà imponendo un’identità fittizia che dissimula la differenza ontologica dell’individuo. Si configura una ragione contro la quale l’arma migliore è la parodia.
Per queste ragioni è necessario un passaggio dallo speculativo allo speculare, ossia all’immaginario. L’immagine crea un rapporto di rassomiglianza con il reale, che lascia sussistere l’indicibile, rinviando ad esso attraverso il segno unico.
Prima che l’impulso sia deformato dall’interpretazione dell’intelletto (mezzo dell’identità), esso si esprime nel fantasma. Anche il fantasma però è sottoposto ad interpretazione, e quindi deformato dall’intelletto. Si configura quindi il problema dei rapporti tra fantasma ed ambiente istituzionale, problema centrale nel pensiero di Klossowski. Questione che egli affronta attraverso il concetto di simulacro, destinato ad un largo seguito nel pensiero francese. Il simulacro è il corrispettivo del fantasma: «Il simulacro non è il prodotto del fantasma, bensì la sua ingegnosa riproduzione» (Klossowski, Nietzsche e il Circolo Vizioso).
Nel mondo contemporaneo il simulacro sostituisce il principio di realtà con il dominio della simulazione, cosicché l’individuo non incontra mai un’esperienza autentica, ma riproduzioni di una realtà assente. Tante copie senza originale. Tutto è falsificato, l’umanità abbandona il tempo storico per entrare nel tempo del mito.


L’ETERNO RITORNO COME SIMULACRO DI DOTTRINA


Gli stati valetudinari mostrano a Nietzsche la falsità del concetto di identità. La filosofia della differenza che ne deriva è espressa da Nietzsche, secondo Klossowski, attraverso due teorie: l’Eterno Ritorno (che Klossowski denomina Circolo Vizioso) e la morte di dio. «Il punto da rivelare è la perdita dell’identità data. La “morte di dio” (del dio garante dell’identità dell’io responsabile) dischiude all’anima tutte le sue possibili identità» (Klossowski 1969).
Klossowski insiste spesso sulla necessità di considerare l’Eterno Ritorno come una liquidazione del principio di identità, a favore di una filosofia per la quale non esistano né origine, né fine, né identità date, ma solo serie di individualità differenti. «Quando abbraccio con lo sguardo la necessità del ritorno come legge universale, disattualizzo il mio io attuale nel volermi in tutti gli altri io di cui devo ripercorrere la serie. […] Nel momento della rivelazione dell’Eterno Ritorno, io cesso di essere iohic et nunc e sono suscettibile di diventare infiniti altri. […] Un corollario della dottrina è la necessità di rivivere in una serie di individualità diverse. Dunque la ricchezza del Ritorno consiste nel voler essere altro da quello che si è per diventare quello che si è» (Klossowski 1969).
La dottrina dell’Eterno Ritorno è, secondo Klossowski, solo una maschera della filosofia della differenza, essa dunque è un principio apparente, falso. L’Eterno Ritorno è un simulacro di dottrina, è solo una parodia. «Il segreto del Circolo Vizioso può benissimo passare per un simulacro inventato secondo un fantasma di Nietzsche» (Klossowski 1969).                          
Appare qui un aspetto paradossale del pensiero di Nietzsche: egli demistifica il principio di identità, ma non per sostituirlo con la “verità”, bensì con un’altra mistificazione. Sembra che egli demistifichi solo per mistificare meglio. Le forze del negativo sono transvalutate nell’affermazione dell’Eterno Ritorno, ossia una nuova mistificazione.
Per Klossowski questo paradosso ruota intorno a tre concetti: mistificazione, demistificazione e simulacro. La sua riflessione parte da una frase di Nietszche: “A noi i bei simulacri! Dobbiamo essere gli impostori che abbelliscono l’umanità! Questo è essere filosofi”. Questa affermazione nasconde un giudizio negativo sulla realtà.
Nietszsche è preoccupato dal nichilismo negativo e riconosce la necessità che la filosofia non si limiti alla critica, ma crei nuovi valori. Per questo il filosofo deve essere un filosofo impostore.
L’Eterno Ritorno è necessariamente un simulacro poiché è la parte comunicabile di un’esperienza non comunicabile, un fantasma, quindi una contraffazione. Pertanto, la divulgazione del fantasma non è possibile fino a quando la sua falsità è intesa come contraffazione positiva. Il fondo impulsionale, con i suoi fantasmi, costituisce la critica del codice istituzionale, ma questa negatività viene transvalutata attraverso l’invenzione di simulacri creativi.
Il simulacro è, dunque, il corrispettivo del fantasma. «Non esiste nulla all’infuori degli impulsi essenzialmente generatori di fantasmi. Il simulacro non è il prodotto del fantasma, bensì la sua ingegnosa riproduzione, ed è in esso che l’uomo trova la capacità di prodursi da sé, nella forza dell’impulso esorcizzate e dominate. Il Turgbild – il simulacro – diventa nelle mani del filosofo “impostore”, la riproduzione voluta di fantasmi non voluti, nati dalla vita impulsionale. Perché il simulacro eserciti la sua coercizione è necessario che risponda alle necessità del fantasma» (Klossowski 1969).
Attraverso il simulacro, il fondo impulsionale non nega la realtà istituzionale, ma afferma valori positivi. Il simulacro deve raggiungere un compromesso con la realtà, l’arte ne è l’esempio maggiore. Per questo è possibile affermare che «il simulacro è in rapporto all’intelletto, la licenza da questo concessa all’arte: una sospensione ludica del principio di realtà» (Klossowski 1969). Il simulacro si sostituisce al principio di realtà, questo è il senso del famoso enunciato di Nietzsche, contenuto nelCrepuscolo Degli Idoli, secondo il quale il mondo reale si è convertito in una favola. Nel mondo contemporaneo tutto è elevato al massimo grado di falsificazione. «Non vi è realtà che quella perfettamente arbitraria espressa dai simulacri istituiti» (Klossowski 1969).
Secondo Klossowski il simulacro dell’Eterno Ritorno è pensato da Nietzsche come complotto contro il pensiero gregario. Anche l’otreuomo, è solo un simulacro di scopo, giacché il Circolo Vizioso in sé non ha fine. L’obiettivo di questo complotto non è la negazione del livello istituzionale, ma la transvalutazione dei suoi valori in falsità affermativa riconsegnata al fondo impulsionale privo di fini.

Nessun commento: