domenica 14 dicembre 2014

Dei e acque termali, i miracoli nei santuari pagani

NEI CAMPI FLEGREI. COSI' CURAVANO LE MIRACOLOSE ACQUE TERMO-MINERALI.


NEI CAMPI FLEGREI. COSI' CURAVANO LE MIRACOLOSE ACQUE TERMO-MINERALI.

di Mario Sirpettino


Il nostro cammino è sull'onda di acque sulfuree che curavano affanni e malattie, su quelle acque che diedero ai luoghi splendore e invidia (scuola salernitana), sui ricordi di una fiumana di salutari vapori; sulle pietre stanche delle terme baiane, sul silenzio di pietra della Cuma mitica e leggendaria.Alle acque termo-minerali flegree viene attribuito un potere terapeutico con virtù magiche, tant'è che il mondo ne resta meravigliato e Boccaccio le vedrà sgorgare nel "luogo natale di Venere".Quasi dappertutto sgorga acqua bollente che "consolida le piaghe vecchie e nuove, aiuta tutto il corpo, libera del mal di cuore e dell'artrite, assottiglia le membra grasse, i tristi rende esultanti".Cornelio Celso, Galeno e Oribasio le decantarono come miracolose, quasi volute per magica virtù.

Pietro da Eboli (nel "De Balneis Puteolanis", 1220) le elenca con efficaci descrizioni:

BALNEUM SUDATORIUM o Stufe di S. Germano ad Agnano. S. Gregorio Magno racconta come Pascasio, cardinale diacono del secolo V, per aver favorito l'antipapa Lorenzo contro Simmaco 1, fosse stato condannato a scontare il purgatorio nelle Stufe "in Angulanis," donde fu liberato più tardi per intercessione di S. Germano, vescovo di Capua, andato quivi a curarsi.

BALNEUM BULLAE (forse, fonte nella zona dei Pisciarelli), E' acqua che bolle, perciò chiamasi Bolla.

BALNEUM ASTRUNI presso l'omonimo cratere, la sorgente è scomparsa.

BALNEUM JUNCARA, così detto perché circondato dai giunchi, sorgeva in riva al mare.

BALNEUM PLAGAE, presso una rupe, alla marina del monte di Olibano.

BALNEUM PETRAE, in località La Pietra e prende il nome dalla natura sassosa del terreno.

BALNEUM QUOD SUBVENIT HOMINI, definito anche "Bagno di Zuppa d'uomini".

BALNEUM ORTHODONICUM, nella villa già Renda: il passaggio - secondo Pietro da Eboli - è "pauroso".Quest'acqua nasce in un recondito meato della terra.

BALNEUM SULPHATARA raffigurato, presso il vulcano flegreo, con fumi di zolfo.

BALNEUM CICERONIS, creduto ubicato sui resti della villa di Cicerone, sulle sponde dell'Averno: " una via difficile conduce all'interno, ove il malato troverà l'acqua ".

BALNEUM TRIPERGULA, detto "Porta Christi ": "v'è un luogo ove Cristo ruppe le pone d'Inferno e ne trasse i Santi Padri. La casa è triplice, perciò detta Tripergole ".

BALNEUM CRUCIS, scaturiva in una valle profonda, a destra scendendo all'Averno.

BALNEUM DE FERRIS, a destra del "tempio di Apollo" : là è il lavacro del Ferro, che ha somiglianza con la ruggine.

BALNEUM SILVIANAE, ai piedi del sudatorio di Tritoli: forse la genitrice Silvia trovò questo lavacro, cui diede il proprio nome.

BALNEUM S. GEORGII, può chiamarsi Georgica: l'acqua è data da una vena occulta della terra.

BALNEUM FONS EPISCOPI, a Baia, è considerato un bagno destinato a scopo liturgico.

BALNEUM BRACCULA: Braccula, celeberrima tra le Ninfe Bacune, orna le acque Euboiche con le sue magiche virtù.La presenza di queste iscrizioni sui bagni salutari della costa flegrea e la loro attribuzione alla "magica protezione" di Virgilio svilupparono quella concezione taumaturgica e quindi magica che specie nel Medioevo fu applicata alle acque termominerali della zona.

La stessa punizione, che la leggenda vuole venisse inflitta ai medici salernitani che mal sopportavano il successo dei bagni flegrei, chiarisce il carattere "divino" e "sacro" di queste acque.Lo stesso Comparetti (1872) ricorda che "i medici non trovavano in ciò il loro tornaconto, e particolarmente i celeberrimi della scuola salernitana videro diminuire i loro affari, che recatisi di soppiatto ai bagni virgiliani disfecero le iscrizioni, sicché i poveri malati non seppero più da dove rifarsi. Ma Dio punì coloro, aggiunge la leggenda, poiché nel ritorno furono colti da una così furiosa tempesta che si annegarono eccetto uno... lo quale manifestò questa cosa intra Capri e la Minerva...".Baia è il vero regno di acqua consacrato a Venere, cui i "dendrophori", all'equinozio di primavera, portano in processione e nel tempio della Gran Madre pini adornati di fiori.

E al favore delle divinità, come manifestazione della loro presenza viene attribuita l'efficacia curativa di queste acque abbondanti e miracolose, " sgorgano copiosamente e senz'ordine in moltissimi luoghi, qua fredde, là calde, là miste... altrove tiepide e fresche. Facendo sperare rimedi contro le infermità e scaturendo soltanto a pro degli uomini fra tutti gli esseri viventi, accrescono il numero delle divinità con varie denominazioni e fanno sorgere delle città come Pozzuoli". (Plinio: Nat. Hist. XXXI).Alle Ninfe, che personificavano le fonti, s'elevano i culti e da esse si implora la guarigione.

Sorgono i templi di Cibele, della Venere Celeste, di Minerva, di Venere Lucrina.Il culto delle acque si svolge nel più prodigioso santuario di vapori e di sorgenti, al suono di canti alla dea dell'amore.E tutto ciò tra le angosce di Properzio avvilito per la suaCinzia che indugiava a Baia "perigliosa" e "corrotta". Alessandro Dumas, nel 1835, sulle macerie di passata gloria, dirà che " il golfo di Baia doveva essere una cosa meravigliosa ed è ancora uno dei posti più deliziosi del mondo".ll potere miracoloso diventa anche qui, dopo quello del fuoco, linguaggio ed espressione di una forza e di una religione mitica che è propria di una terra le cui forze - acqua e fuoco - la modellano a volontà divina. Sicché l'elemento mitologico-religioso si mescola con quello curativo-terapeutico che doveva, poi, provocare la leggendaria ira dei medici salernitani.

Medici - e qui ancor più il. carattere magico e divino - che vengono, poi, puniti, perché le acque sono sacre ad Hera...

"Chi aveva bisogno di cure termali, dalle Ninfe invocava con qualche voto la guarigione ed alle Ninfe scioglieva il voto a guarigione avvenuta. Dalla regione flegrea intorno a Baia non pochi ex-voto ci sono pervenuti: una coppa di bronzo con dedica alle Ninfe di Cuma; qualche lapide posta in segno di ringraziamento alle Ninfe, da Pozzuoli undici rilievi in marmo, rappresentanti Ninfe con Apollo, con dediche per scioglimento di voto" (italo Sgobbo: 1 Campi Flegrei nell'archeologia e nella storia.Atti Lincei, 1977).Il tempio è sepolto nel tumulo di acqua, nel vuoto di una magia dissolta 11 resto è tornato agli inferi perché gli uomini non lo dissolvino.Persino le acque hanno reso... sterili le fonti che come esclamava il Boccaccio - son diventate "veleno".E' lontana Calipso, la dea che si copre di sudore e di lacrime, allorquando Agrippa viola la sacralità dell'Averno trasformato in porto e unito al Lucrino a mezzo di un canale.Le acque sono ritornate all'Ade!

(Mario Sirpettino - Mito e Mistero nei Campi Flegrei - Franco Di Mauro Editore - Napoli 1983 

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