lunedì 15 settembre 2014

Anche un'anima anarchica (del fascismo prima maniera) dell'impresa fiumana

RONCHI DEI LEGIONARI. Domani, a Ronchi dei Legionari, la commemorazione del 95° anniversario dell’impresa su Fiume che, il 12 settembre del 1919, vede protagonisti i legionari guidati da Gabriele D’Annunzio. Ma quella di domani si preannuncia come una giornata “tormentata”, condita da una grande contrapposizione. Quella di chi, da un lato, vorrebbe che quel “dei Legionari”, vicino a Ronchi, venisse trasformato in “dei Partigiani” e da chi, dall’altro, non ne vuol sentir parlare di stravolgere la storia.
Alle 18 la commemorazione della marcia, promossa dalle sezione di Fiume della Lega Nazionale e dal Comitato per la valorizzazione storico-letteraria di Gabriele D’Annunzio. Alla stessa ora, sempre nella zona del monumento, avrebbe dovuto tenersi un presidio curato dal comitato “Ronchi dei Partigiani”. Ma ieri la Questura ha negato, per motivi di ordine pubblico, lo spazio e così un presidio verrà promosso dalle 17 alle 19 in piazza Unità, accanto al monumento dedicato alla Resistenza.
In questa occasione verrà presentata un’inchiesta sul monumento a D'Annunzio e ai Legionari “Dal fiumanesimo, al fascismo, a Gladio... “, curata dallo storico Luca Meneghesso e da Marco Barone. «Nostalgici di militarismo da una parte e di fascismo dall'altra a Ronchi, decorata al valor militare per la Guerra di Liberazione – sottolinea il comitato pèro partigiani - non devono trovare spazio, in nessun luogo e nessuna forma. Il 12 settembre è una data e una ricorrenza che deve essere contestata, criticata e non esaltata. Il presidio è fatto per ricordare cosa è stata la marcia di occupazione su Fiume, marcia che ha anticipato il fascismo e che è stata consegnata in eredità al fascismo. Auspichiamo che entro il 2019 Ronchi possa ritornare a essere semplicemente Ronchi con l'aggiunta città dei partigiani o città decorata al valor militare». Ma non è tutto. L’auspicio è anche che il monumento ai legionari e a D'Annunzio, possa essere oscurato, visto che l'impianto di illuminazione è collegato alla rete elettrica cittadina. «Certo, sarebbe cosa buona e giusta provvedere all'integrale rimozione di quel monumento fonte di richiamo di nostalgici – aggiungono - ma nell'attesa che ciò possa un giorno democraticamente accadere, ricorderemo in modo critico cosa è stata quell'impresa, eversiva, militarista ed antesignana del fascismo e auspichiamo che le istituzioni prendano le distanze da quella marcia di occupazione e da ogni iniziativa finalizzata alla sua esaltazione».
Sul cambio di denominazione è stato anche proposto un referendum, mentre sono state anche raccolte firme per mantenere lo stato attuale. E dall’amministrazione comunale, va detto, è arrivato chiaro il segnale che non si vuole trattare l’argomento.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Nessun commento: