venerdì 18 aprile 2014

Nell'alveo di Siddharta

A tutti coloro che non si fermano all'apparenza delle cose-



“Esiste una specie di grafia fluviale. Ogni acqua ha una sua grafia: i fiumi scrivono certe lettere in un loro alfabeto e lasciano messaggi visibili solo per gli uccelli che volano molto in alto. Una cosa simile scrisse anche Leandro durante il suo viaggio. Le chiese che aveva costruito e lasciato dietro di sé hanno tutte una strana caratteristica. Sono collegate da una linea immaginaria che in realtà rappresenta, enormemente ingrandita, la lettera greca θ con la quale inizia la parola ‘Madre di Dio’. Quella stessa lettera che Leandro aveva imparato da giovanissimo, durante la sua prima e unica lezione di scrittura, e che aveva riconosciuto sull’icona di Pelagonia. Così aveva lasciato un segno sulla terra tra Žiča, Morava, Smederevo, Slankamen e Drenovica, scrivendo nel grande spazio della sua terra natia l’unica lettera che avesse imparato e con l’unico strumento che gli fosse concesso: l’ascia da muratore.” (Milorad Pavić , “Il lato interno del vento ossia Il romanzo di Hero e Leandro”, romanzo serbo: bellissimo ed ormai introvabile)

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