venerdì 21 febbraio 2014

Finmeccanica vuole vendere Ansaldo Breda e Ansaldo Sts agli americani, forse per disastrose produzioni

I treni Ansaldo Breda non funzionano, Olanda e Belgio ne sospendono l’uso

Disastro in arrivo per Ansaldo Breda? I nuovi treni ad alta velocità Fyra V250, che collegano Belgio e Olanda, sono sospesi. I convogli, prodotti dall’azienda pistoiese, sono malfunzionanti. Oltre all’imbarazzo, il problema è economico: le ferrovie minacciano di annullare le commesse e di restituire i treni.


Treni a pezzi, danneggiati dalla neve e malfunzionanti. Non va bene l’esperienza di Ansaldo Breda in Belgio e Olanda. Anzi, va malissimo: secondo quanto riporta la stampa belga i nuovi treni ad alta velocità Fyra V250, prodotti a Pistoia e che collegano (anzi, collegavano) le principali città olandesi a Bruxelles, saranno sospesi. Erano entrati in attività a dicembre 2012, ma son durati poco. Se poi i problemi non saranno risolti in tre mesi le commesse già fatte (16 da parte della società dei treni olandesi, tre per quella belga) verranno annullate. E i treni già consegnati? Restituiti, con la possibilità di farsi restituire i soldi. Ogni convoglio, va ricordato, costa più di 20 milioni di euro.
Alla base di questa decisione drastica ci sono problemi «allucinanti»,come ha detto alla tv l’amministratore delegato della compagnia ferroviaria belga Sncb (Societé National des Chemins de fer Belge) Marc Descheemaecker. Fin dalle loro prime corse i treni hanno accumulato ritardi e problemi. Alcuni sono stati annullati. Uno, partito, si è poi bloccato in una galleria, obbligando i passeggeri a scendere per continuare il tragitto in bus. I pezzi si rompevano, i convogli si bloccavano. Il nuovo servizio Fyra, che pure voleva suggerire la parola fiamminga “fier”, a indicare “orgoglio” diventa il bersaglio degli umoristi dei due paesi, che li chiamano “Alditrain”, (da Aldi, nome di un celebre discount olandese), per indicarne la bassa qualità. All’inizio, alla Sncb minimizzavano: «malattie di giovinezza», dicevano. «Non è affatto peggio dei vari Thalys e Eurostar, quando furono lanciati», aveva aggiunto Descheemaecker. E «anche i treni Benelux erano annullati ogni volta».
Poi, però, la musica è cambiata. I danni sono continuati, e la scoperta, avvenuta il 18 gennaio, di pezzi di treni sulle rotaie (addirittura un pezzo di cofano) hanno convinto le società a chiudere la questione. I belgi hanno sospeso le corse e le commesse (almeno 63 milioni di euro) almeno finché non ci sarà una garanzia reale, e hanno dato ad Ansaldo Breda tre mesi di tempo per risolvere la situazione. Gli olandesi ci hanno messo il carico: «Stiamo considerando l’ipotesi di fermare il progetto Fyra, perché abbiamo perso fiducia nei loro costruttori», ha dichiarato mercoledì 23 gennaio Bert Meerstadt, direttore della società di ferrovie olandese, alla tv Rtl Z. «Non sarà facile, ma vorremmo anche recuperare i soldi», restituendo al mittente i treni e facendosi risarcire per i disagi.
E di fronte alle accuse, Ansaldo Breda che fa? Si è scusata per i disagi, e ha avanzato una spiegazione. La causa sarebbe un «indebito accumulo» di neve sotto i treni: con il freddo sarebbe diventata ghiaccio, che staccandosi mentre il treno era in corsa, provocava danni al sottocassa. Una risposta che non soddisfa i vertici delle ferrovie: «Quando sento le loro scuse, resto a bocca aperta», ha risposto Descheemaecker. «I problemi, poi, c’erano anche prima che arrivasse la neve», ha rincarato Meerstard.
L’azienda pistoiese, il 20 gennaio, ha anche mandato ad Amsterdamuna squadra di 30 tecnici per rimediare ai problemi. Una figuraccia, certo. Ma anche un disastro economico. Eppure, i treni «avevano affrontato tutte le previste e adeguate sperimentazioni e collaudi», specifica Ansaldo Breda. Cioè le prove in camera climatica all’Arsenal Institute di Vienna e le corse sul circuito di test di Velim, in Repubblica Ceca. E anche sui percorsi Fyra.
Di fronte a questo disastro, però, si va verso una commissione di inchiesta parlamentare. Il 28 gennaio ci sarà una riunione congiunta tra la Commissione delle Infrastrutture della Camera belga e il suo omologo olandese. Per investigare le responsabilità delle due aziende, ma anche dei governi dei due paesi. La questione Fyra sta crescendo. E non c’è nulla di cui essere orgogliosi.

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