lunedì 27 gennaio 2014

Lo Sciamanesimo dei Popoli della Natura



Alla ricerca di se stessi e del mistero che domina l’esistenza. L’eredità culturale dei Popoli naturali come chiave dell’esoterismo moderno per capire i segreti della Natura. La tradizione dell’antico sciamanesimo druidico. La meditazione, il “viaggio sciamanico” più puro e antico verso il piano del trascendente...

La meditazione e lo sciamanesimo ancestrale

Nella cultura dei Nativi europei, così come per tutti i Popoli naturali, l’attuazione del rapporto spirituale con la Natura si rese manifesta con la cultura dello sciamanesimo.

Lo sciamanesimo è stato la prima forma di religione naturale apparsa con la presenza della vita sul pianeta, intendendo per religione il contesto culturale e spirituale in cui l’individuo ha sviluppato il suo rapporto consapevole e spontaneo con il Mistero, per provvedere alla sua elevazione interiore e giungere a un piano di conoscenza. 

Un contesto naturale, privo di dogmi e di morali, basato sulla sperimentazione diretta della Natura, senza che possa essere mediata da alcun intermediario ideologico.

L’elemento centrale dell’esperienza spirituale dello sciamanesimo è costituito dalla pratica della meditazione. Gli antichi sciamani, nella ricerca di un significato reale dell’esistenza e del ruolo dell’individuo, presero a sperimentare un rapporto con la Natura in maniera osservativa e pragmatica. 

Nel loro lavoro di ricerca giunsero alla constatazione che l’universo mostrava solamente un’apparenza sensoriale della sua effettiva sostanza e che esistevano altre dimensioni che era possibile esplorare.

Suddivisero i piani di percezione dell’esistenza in tre categorie simboleggiate dall’Yggdrasil, l’albero della vita che si snoda attraverso la natura misteriosa dello Shan...

La prima, definita come “Mondo Inferiore” era riferita al mondo vissuto sul piano della mente, in rapporto all'immaginazione, alle sensazioni e alle emozioni. 

Comprendendo le percezioni oniriche e il contatto con i defunti che si rivelavano nel buio della notte.

La seconda categoria riguardava il “Mondo di Mezzo”, costituito dall'apparenza materiale che consentiva a tutte le creature di interagire alla pari tra di loro, ma estendendo la percezione sciamanica agli eventi del passato e a quelli del futuro.

La terza categorizzazione del rapporto con l’esistenza riguardava il “Mondo Superiore”, o “Mondo Reale” che si manifestava con una sua qualità invisibile e immateriale, ma che costituiva la manifestazione di uno stato di realtà a cui tutto era sotteso.

L’antico sciamanesimo druidico sperimentava queste tre qualità di esistenza attraverso varie pratiche che si riassumevano nella prassi del “Viaggio sciamanico”. 

Le esperienze di viaggio proseguirono per secoli sino a quando ci si accorse dell’inutilità delle esperienze condotte sul piano del Mondo Inferiore e di quello di Mezzo. 

A questo punto divenne chiaro che risultava preferibile e funzionale allo scopo il viaggio sciamanico condotto su un cammino di evoluzione che portava verso una conoscenza e una effettiva armonia interiore procedendo nell'esplorazione del Mondo Superiore.

Nacque così la prassi consolidata della meditazione, intesa come viaggio sciamanico, utile per rispondere al richiamo del Trascendente.

Oggi, la meditazione continua a rappresentare ancora e sempre un laboratorio di trascendenza che consente a ogni individuo di ottenere una percezione consapevole di se stesso e della reale dimensione di esistenza in cui vive.

Un’esperienza che viene identificata tradizionalmente nel concetto sciamanico di “Visione”, ovvero la percezione dello Shan sviluppata dall'individuo nel suo stato di coscienza consapevole messo in relazione alla qualità mistica del mistero.

Un’esperienza che gli consente di realizzare un benessere psicofisico e una conoscenza interiore sul Mistero che anima il tutto, che porta a una concreta gioia di vita. 

Una condizione di vita che l’antico druidismo bretone definisce ancora oggi con il concetto di Bien-être.

Esperienza che lo sciamano può riversare anche nel quotidiano per attestare il suo benessere psicofisico e ambientale, ma anche per attuare una creatività di natura terapeutica e un’opera alchemica nei confronti di quanti cercano una via per rispondere al richiamo del trascendente.

Esperienza che può aprire a squarci percettivi sull’aspetto reale dell’esistenza per mostrare la incontrovertibile soggettività del sogno quotidiano in cui viviamo e suggerirci come poter vivere al meglio la nostra possibile condizione di Bien-être.

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