venerdì 10 gennaio 2014

Difendere l'Italia, ne con speranza ne con timore

”Difendere l`Italia”, l`ultima opera dell'antropologa Ida Magli
di Fabrizio Fiorini - 08/01/2014

Fonte: Rinascita [scheda fonte]
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=46996


“Né con speranza, né con timore”. Questa l’amara constatazione, che si
tramuta in grido di sfida, che emana dalle pagine di “Difendere
l’Italia”, recente saggio della “martellatrice” dell’Europa delle
banche e dell’omologazione, dell’Europa suicida.

Un saggio da cui il “sogno” di arrestare un decadenza oramai
evidentemente inarrestabile richiama, più che una concreta e vicina
prospettiva di fattibilità politica, il suono delle parole che già
decenni or sono affermò Jean Thiriart, evocando il senso del dovere
attivo: “un uomo difenderà la sua donna contro due teppisti senza
preoccuparsi della sua inferiorità numerica, egli lo farà perche
‘questo deve fare’. Ugualmente, in pieno inverno, un uomo si getterà
nell’acqua fredda per salvare un giovane senza attendere l’arrivo dei
pompieri o di un’ambulanza perché ‘questo si deve fare’ ”.

Un disincantato grido di dolore per la nostra nazione e per la nostra
più grande patria europea per la quale oramai compiono impunemente le
loro scorribande i signori del denaro e delle banche, che si sono
appropriati della scaturigine di ogni possibile sovranità politica,
come lucidamente osservato dall’Autrice: “Hanno in mano l’arma
assoluta, la creazione del denaro, e l’hanno usata con la spietatezza,
non di chi minaccia, non di chi vuole intimorire, ma di chi vuole
distruggere l’Europa”. Un “Laboratorio per la Distruzione”, che sta
scientificamente, e con la complicità degli amministratori della cosa
pubblica, conducendo gli italiani e gli europei sulla strada
dell’estinzione.

Il “Verbo” del politicamente corretto e il ricorso ai giri di parole
sono del tutto alieni a Ida Magli. Ciò diviene evidente quando
esplicitamente descrive la situazione in cui è precipitata con
velocità sorprendente la nazione, travolta dal crollo delle
istituzioni, del Papato, del Parlamento, di ogni residuale senso di
forza, vitalità e virilità. Travolta dalla dismissione di ogni forma
di sovranità e dalla demonizzazione di ogni istanza politica in tal
senso diretta. Travolta dall’abbandono forzoso delle scienze umane che
formavano la consapevolezza di un popolo e di una classe dirigente,
sacrificate sull’altare della necessità di cancellare un intero
continente inducendo i suoi cittadini a “non pensare”.
E’ questa l’altra arma formidabile messa in campo dalla cricca
mondialista: la creazione di una generazione incapace di qualsivoglia
spirito critico, in preda a un delirio collettivo, a uno stato
onirico, a un ribaltamento del sistema logico preparati in ogni loro
dettaglio, complici il sincretismo buonista ecclesiastico, la scuola e
il mondo della cosiddetta “cultura”. Un popolo incapace di comprendere
la natura devastatrice di questa “terza guerra mondiale” che viene
combattuta contro i popoli del vecchio continente non già da un nemico
esterno e facilmente individuabile, bensì dai loro stessi governanti
che la storia in futuro dovrà ricordare come colpevoli di un vero e
proprio genocidio.

Chiunque provi a parlare di “impreparazione” di questa classe politica
e delle autorità morali ed ecclesiastiche che ci spingono sempre più
vicini all’orlo del baratro, sbaglia. Come l’Autrice ci ricorda nelle
sue impietose osservazioni, si tratta di complicità. Di collusione col
nemico, di subalternità alle direttive della grande piovra del
Laboratorio per la Distruzione e dei suoi tentacoli bancari,
finanziari, massonici. Al popolo, deve essere offerto un Verbo che non
può essere messo in discussione. Il popolo non deve pensare. Neanche
dinanzi all’evidenza, ai suicidi, alla disperazione, alla morte di
ogni aspetto della vita civile, politica e culturale che aveva
contraddistinto una millenaria civiltà.

Ida Magli, come già detto, non ama girare attorno alle questioni, o
ricorrere a espedienti dialettici che evitino di épater le bourgeois.
Lo si nota nella sua ricostruzione storica, quando stabilisce la
logica connessione consequenziale della guerra in corso che vede
contrapporsi i poteri finanziari euro-americani e la sovranità delle
nazioni con la seconda guerra mondiale “guidata dall’Inghilterra e
soprattutto dagli Stati Uniti d’America in modo che alla fine l’Europa
potesse essere plasmata secondo il progetto unificatore che non era
ancora stato possibile realizzare. Fu, infatti, questo uno dei
principali motivi per i quali Churchill non volle mai concedere un
armistizio a Hitler sebbene gli fosse stato chiesto insistentemente
più volte. L’America a sua volta condusse bombardamenti distruttivi,
spietati, contro gli uomini, contro la Cultura, contro la Storia,
contro l’Arte, senza alcuna giustificazione strategica di carattere
militare. (…) Uno scopo, quindi c’era: cancellare per sempre la storia
e la civiltà d’Europa (…) Per questo la guerra non finiva mai. Si
fermò soltanto quando non ci fu più nulla da distruggere e gli uomini
furono ridotti a poche, misere larve spaurite in cerca soltanto di un
rifugio dove nascondersi. L’America dichiarò allora (…) che l’Europa,
insieme ai suoi nefandi figli, non esisteva più e che adesso,
nell’uguaglianza universale, era lei la padrona del mondo”. Alla
faccia dei “politicamente corretti” di ogni risma. Alla faccia dei
“sovranisti-buonisti” che fanno la caricatura della Merkel in divisa
da SS con il simbolo dell’Euro al posto della svastica.

Il rullo compressore della Magli, nelle pagine di “Difendere
l’Italia”, continua la sua marcia passando alla descrizione del
momento attuale, del silenzio complice di quella Chiesa che si
cristallizza nella conservazione di una stantia ritualità aliena alle
sue stesse origini ma che tace sul velo di morte che la finanza
apolide sta stendendo sugli uomini, e dei crimini di quegli addetti
alla cosa pubblica succubi di un “sopra-potere che guida tutto e tutti
nascostamente verso mete preordinate. (…) Sotto le vesti del
Bilderberg e degli altri Club dell’area occidentale, il Laboratorio
per la Distruzione ha preso il comando dei governi e dei politici
d’Europa ai quali è delegato soltanto il compito di realizzare, in
totale asservimento, l’omogeneizzazione e l’unificazione dei popoli e
degli Stati, distruggendoli nell’unificazione europea”.

Le soluzioni, che l’Autrice si sforza di vedere (“senza speranza”) e
di affermare (“senza paura”) risiedono nella denuncia più radicale
delle organizzazioni sovranazionali, nella riconquista della piena
sovranità monetaria, politica, economica. Nel blocco immediato di ogni
omologazione mondialista e di ogni religiosità dell’ “accoglienza”.
Nella riaffermazione dello spirito popolare delle nazioni,
dell’italianità in ogni sua manifestazione politica, culturale,
etnica. Nella riscoperta del nostro intrinseco valore paesaggistico,
artistico, musicale (“la capacità genetica musicale è l’unica –
sostiene Ida Magli – della quale (almeno ad oggi, visto che è
praticamente vietato fare ricerca sull’eredità genetica della cultura)
abbiamo prove troppo evidenti per essere smentite”).

Una battaglia, in sintesi, per l’affermazione di un’identità e per la
rinascita dell’intelligenza, dello spirito critico di una nazione,
fuori da ogni falso dogma imposto da chi anela alla morte del nostro
popolo: “come sappiamo ormai molto bene, qualsiasi forma di
valutazione è proibita, visto che valutare implica stabilire
differenze. Il tabù dell’uguaglianza uccide le differenze, ma
contemporaneamente uccide le intelligenze”.

Nei racconti di “Marcovaldo”, Italo Calvino raccontava in tre passaggi
l’Uomo dinanzi alla modernità: il grigiore dell’esistenza, l’illusione
di poter tornare a vedere la “Natura”, e infine l’immancabile
delusione, dovuta dall’impossibilità di raggiungerla. Le parole
dell’Autrice di “Difendere l’Italia”, appellandosi sempre agli Uomini,
ci danno invece i precetti per aprire una quarta fase, una fase nuova:
la necessità, anche dinanzi alle preponderanti forze nemiche, di
continuare a lottare. E’ un naturale atto di ribellione contro quei
poteri che perseguono l’obiettivo della nostra estinzione con un’arma
assolutamente nuova: ci spingono a darci la morte da noi stessi. E’ un
atto dovuto ai nostri figli, per poterli, un giorno, guardare negli
occhi senza provare vergogna.
E’ la necessità, sostiene Ida Magli, di “diventare Eroi proprio
nell’epoca e nella società che ha affermato di non averne bisogno”.

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